Fra qualche mese arriverà l’estate. L’estate per me è un po malinconica, faticosa, dove tutto mi sembra sospeso.
Il picnic di ferragosto con le sue regole vorrei che passasse senza arrivare mai. i Riti inesorabili di paste fredde, insalate di riso, angurie portate come ostensori sulla sabbia infuocate in questa specie di processione laica.
Ancora oggi, dopo mille anni, infinite peripezie, slanci di vita gioie e tristezze, il temporale estivo, quello che arriva di solito verso la metà di agosto, mi da serenità.
So anche il perché.
Poco più che adolescente, ho cominciato a lavorare nelle spiagge. Prima bagnino, poi su barche a vela. I ritmi e i tempi dettati solo dal cielo. Solo con la pioggia la spiaggia si svuotava e si poteva finalmente riposare. Adoro la pioggia che cade nel mare. Il suono silenzioso delle acque che si mescolano. Approfittavo di questa pausa per andare a salutare i miei amici pescatori. Uomini dai volti ricamati dal sale e dal sole che sfruttano il maltempo per riparare le reti. Li guardavo affascinati per come loro lasciavano andare le mani segnate dal vento in gesti autonomi dalla vita autonomi dalla realtà. Loro stessi assenti, sembravano pensare a una sirena o a grandi prede i mai incontrate.
So anche che domani tornerà il sole e con lui i bagnanti famelici.
Ma sento ancora il profumo della terra bagnata da questa pioggia. So che nel bosco cresceranno i funghi.
Sono pronto all’ultimi riti dell’estate, raccoglieremo le ultime more dai rovi segreti e prenderemo i fichi prima che arrivi una nuova pioggia. Li puliremo con cura, togliendo anche la più la piccola buccia e faremo marmellate splendide che ci accompagneranno nelle prossime stagioni.
Adesso voglio raccontarvi una ricetta vera, quella classica dell’estate: gli spaghetti al pomodoro.
Troppo semplice?
Sappiate innanzitutto che la semplicità è un punto di arrivo non un punto di partenza.
Io lavoro da una vita per tentare di arrivare alla semplicità.
E quindi: spaghetti al pomodoro.
Dovete cercare i pomodori più languidi e più maturi.
Li dovete guardare, li dovete accarezzare, vi dovete emozionare, forse innamorare.
Togliete la pelle e i semi, poi, spezzateli delicatamente con le mani. Loro odiano le lame dei coltelli.
Poi li adagiate in una casseruola di dimensione logica alla quantità, con olio extravergine, uno spicchio d’aglio, un bel ciuffo di basilico, un rametto di timo.
Li sfiorate semplicemente con fior di sale.
Li lasciate sussultare a fuoco dolce per 10 minuti.
Togliete l’aglio e le erbe ormai esauste.
Versate gli spaghetti cotti ma un po’ crudetti e li girate in questo pomodoro che sarà felice.
Spezzateci tanto tanto basilico.
Ora, un soffio di olio.
È finito, tutto qui?
Vedrete che cosa succede. Tutti vi sorrideranno. Una magia.
Fulvio Pierangelini non vede l'ora di riaccogliere presto gli ospiti nelle nostre destinazioni italiane. Spera che i suoi racconti culinari li abbiano ispirati a gustare in loco i suoi piatti semplici e saporiti.